Nuovi studi indicano che le sigarette elettroniche possono generare dipendenza come quelle tradizionali. Ora, vi è un’Azienda che si dedica ad aiutare gli svapatori a smettere – compresi i bambini che non hanno mai provato le sigarette tradizionali.
Articolo di Isolde Walter – ex fumatrice
Dionne, una cinquantottenne operatrice sociale dell’Essex, non è la classica svapatrice. “Non riesco a credere di essere dipendente da una batteria!” afferma.
L’Allen Carr’s, organizzazione che con i suoi libri, video e seminari dal vivo, è diventata la parola d’ordine per quel che riguarda lo smettere di fumare, vantando un successo del 90% e una garanzia di rimborso.
Ma svapatori come Dionne costituiscono oggi circa il 20% dei partecipanti ai loro seminari, percentuale aumenta del 20% all’ anno.
Il governo britannico ha abbracciato una politica totalmente a favore dello svapare nella sua lotta per far sì che la Gran Bretagna sia, entro il 2030, una nazione libera dal fumo.
Anche se la NHS (Sistema Sanitario britannica) insiste sul fatto che la sigaretta elettronica è sostanzialmente meno pericolosa di quella tradizionale e consiglia il suo uso a chi decide di smettere di fumare (il Governo Britannico ha di recente lanciato il progetto “ Sostituisci per smettere” tramite il quale vengono dati ad un milione di fumatori altrettanti kit per iniziare a svapare con l’intento di aiutarli a smettere di fumare)l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha collegato lo svapo a malattie cardiache e polmonari e asserisce che non vi sono prove che le sigarette elettroniche siano un efficace strumento per smettere.
Nel frattempo, svapare sta dilagando anche tra i giovani che non hanno mai provato le sigarette tradizionali. Il mese scorso, un Preside ha detto ad un Membro del Parlamento, durante la riunione di un comitato per la salute, che il fenomeno sta raggiungendo livelli epidemici stimando che circa 1 su 4 degli studenti delle medie svapi, arrivando a marinare la scuola per farlo.
Sempre lo scorso mese è stato rivelato che durante gli ultimi tre anni sono stati sequestrati dai Corpi per la tutela degli standard commerciali milioni di sigarette elettroniche illegali e potenzialmente pericolose, contenenti sia una maggiore concentrazione di nicotina e ingredienti vietati sia alti livelli di piombo, nichel e cromo.
“Mi siedo in macchina e svapo ininterrottamente” dice Dionne al gruppo dei partecipanti al Seminario di 6 ore, il cui costo è di Lstg 349 “Odio come mi ha imprigionata – genera una terribile dipendenza!”.
Consuma una ElfBarr al giorno, una di quelle sigarette usa e getta, piuttosto grosse, colorate che vengono fumate fuori dai cancelli delle scuole, nei giardini dei pub, alle fermate dei bus e, oggi, più o meno ovunque nel Regno Unito.
Secondo i siti web che le vendono, una ElfBar, che è disponibile in 28 gusti, contiene 20mg di sali di nicotina ed equivale a fumare 20 sigarette tradizionali. Secondo alcune fonti i livelli di nicotina delle ElfBar sono ancora più alti ovvero equivalgono a 40/50 sigarette.
“Tu svapi più di quanto fumeresti” dice Dionne”Non credo di aver mai fumato 20 sigarette al giorno. E non ho mai fumato in casa, mai. Ma svapare sembra diverso!”
So bene come si sente. Sino ad un anno fa, come lei, consumavo una ElfBar al giorno e mi addormentavo dopo averla messa sotto il cuscino – Ghiaccio alla Pesca era il mio gusto preferito – e la prima cosa al mattino era fare qualche tiro.
Sono stata dipendete dalla nicotina – in un modo o nell’altro – per buona parte della mia vita. Fumai la prima sigaretta a 14 anni e ne divenni dipendente in poco tempo.
Fu quando mi trasferii a New York a 30 anni e scoprì quale successo avesse avuto la campagna contro il fumo in quella città che mi buttai sulla nuova ecigarette del momento: la Juul.
Succhiavo quell’oggetto simile ad una chiavetta USB, al sapore di mango, perché era più conveniente del fumare tradizionale: non dovevo uscire per farmi la mia dose e, inizialmente, era meno cara del fumo tradizionale.
Ma la convenienza dello svapare si trasformò presto nel suo aspetto demoniaco. Svapavo ovunque – a casa, al ristorante, sotto una coperta sull’aereo. Mentre le sigarette ad un certo punto finiscono – le fumi e poi le spegni – svapare continua e continua sino a quando muore…. E allora tu vai a comperarne un’altra.
“L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’ HA COLLEGATO LO SVAPARE CON PATOLOGIE CARDIACHE E POLMONARI”
Incominciai a farmi domande sui presunti benefici per la salute offerti dal confronto tra svapare e fumare. Avevo fumato per 20 anni ma non avevo mai notato simili sintomi respiratori. Li definivo “scricchiolio polmonare” – un terribile sibilo crepitante mentre inalavo che mi portava a chiedermi che diavolo combinassero dentro di me queste sigarette elettroniche dai gusti deliziosi.
Alla fine, però, fu la dipendenza che funzionò da spinta. Come accade per qualsiasi dipendenza svapare mi aveva isolato. Al lavoro, sparivo nella toilette appena ne avevo l’opportunità,mi sedevo sul WC e svapavo in solitudine, solo noi due: io e la mia sigarette elettronica!
Iniziai ad odiare la collezione di dispositivi quasi esauriti che riempiva il mio comodino. Iniziai a sentirmi imbarazzata dal dover fare dei tiri di nascosto al ristorante e a temere come la mia dipendenza dallo svapare potesse disgustare possibili partners. La mia amica mi prendeva in giro “ Issy, se qualcuno si innamora di te deve innamorarsi anche della tua sigaretta elettronica poiché è chirurgicamente attaccata alla tua mano!”
Poi, qualche tempo dopo, un’amica che consideravo altrettanto succube dello svapare quanto lo ero io, smise. Dopo 86 giorni capitolò, ma il fatto che avesse quasi raggiunto i 3 mesi senza nicotina mi sconvolse. Un’altra amica mi parlò del libro di Allen Carr “E’ facile smettere di fumare se sai come farlo” (un best seller con milioni di copie vendute nel mondo) che l’aveva aiutata a smettere per oltre un anno e mezzo.
Nel Gennaio del 2021 la Allen Carr’s pubblicò al momento opportuno una nuova versione del libro per smettere di svapare. Ne comprai una copia, seguii le istruzioni di continuare a svapare durante la lettura, lo trovai piuttosto noioso e ripetitivo, feci la mia ultima svapata, buttai la mia ElfBar nella pattumiera e .. MIRACOLO! Sono ora passati 333 giorni da allora, la prima volta in vent’anni che non ho assunto regolarmente nicotina in un modo o nell’altro.
Il testo si basa sullo smantellare tutte le convinzioni che si hanno riguardanti il fatto che svapare possa offrire un piacere o un qualsivoglia aiuto, che possa aiutare a concentrarsi, o che rilassi in situazioni di tensione ed arriva a farti vedere che smettere non comporterà una rinuncia ma sarà una decisone totalmente positiva. Il seminario funziona allo stesso modo.
Persone famose come David Cameron, Ellen De Generes, Richard Branson e Chrissie Hynde testimoniano che il metodo di Carr li abbia aiutati definitivamente a spegnere l’ultima sigaretta.
Nel 2017, i terapisti della Allen Carr’s iniziarono a notare un notevole aumento di richieste di informazioni da persone desiderose di smettere di svapare e, in numero crescente, da genitori preoccupati per i propri figlioli che avevano iniziato ad usare dispositivi elettronici.
Oggi asseriscono che, chi si rivolge a loro, sia per metà gente che fumava ed ha iniziato a svapare cercando di smettere e giovani tra i 18 e i 25 anni che non avevano mai fumato ma sono ora dipendenti dallo svapare.
Il loro libro E’ facile smettere di svapare se sai come farlo (che verrà pubblicato in iItalia il prossimo anno) contiene consigli sulle associazioni tra lo svapare e l’ansia, la depressione e la dopamina, e offre maggiori dettagli sull’aumento del peso, sugli automatismi e lo stress, di quelli del libro precedente.
Si focalizza su quanto chi svapa possa farlo più frequentemente e più a lungo di un fumatore e di come le papille gustative vangano alterate dall’effetto dei vari gusti usati per questi prodotti.
L’organizzazione sta preparando un programma video per aiutare i giovani – dai 12 anni in su – a smettere di svapare, che dovrebbe essere disponibile in inglese prima di fine anno.
Una settimana dopo il seminario ho telefonato a Dionne per sapere come stesse andando e, nonostante, vi fosse stato un lutto nella sua famiglia, non aveva aveva più svapato da allora.
Beh, sono rimasta colpita e non posso non pensare che mandare quel milione di fumatori che disperatamente cercano di smettere ad un seminario Allen Carr’s – forse ripetitivo ma evidentemente efficace – invece di mettere nelle loro mani tremanti una e-cig risulterebbe essere un uso molto più efficiente dei Fondi del Sistema Sanitario.
GEORGINA ROBERTS, 26, cerca di liberarsi del suo vizio: “Alle 7 di mattina allungavo la mano sotto il cuscino per prendere la mia e-cig”
Ero nel cappio della nicotina già da ragazzina. Avevo iniziato a farmi le mie sigarette con il Golden Virginia come gesto di ribellione durante il divorzio dei miei genitori e al mio primo anno di università ne fumavo 5 al giorno. Iniziai a svapare intorno ai 22/23 anni non perché volessi smettere di fumare ma perché i miei amici erano ossessionati dai primi “It vape”: Juul. Poi arrivarono le ElfBars, le e-cig usa e getta, quelle colorate che vediamo allineate in bella mostra sugli scaffali dei rivenditori o spenzolanti dalle labbra degli adolescenti o dei professionisti in doppio petto. Ora, il primo gesto che compio appena sveglia è quello di recuperare da sotto il cuscino la mia sigaretta elettronica.
Ci sono state, innegabilmente, varie avvisaglie. Per mesi ho sputacchiato sangue lavandomi i denti; il mese scorso, a Glastonbury, ho perso la voce una volta finita, in 3 giorni, la mia scorta di ElfBars.
Sono le 10 di mattina di un umido venerdì a Raynes Park, nel sudovest di Londra ed è il giorno in cui, presumibilmente, smetterò di svapare per sempre.
Nella piccola sala Seminari della Sede della Allen Carr’s vedo due secchi rossi pieni di colorati dispositivi elettronici e tre sacchi neri stracolmi di pacchetti di sigarette. Colleen Dwyer, la nostra cinquantenne terapista ci dice che quei dispositivi sono stati buttati da persone come noi, alla fine della loro sessione di circa sei ore.
Io, ventiseienne, sono la più giovane dello speranzoso gruppo di oggi e l’unica che svapa.
Tutto quello che, però, dicono i fumatori riguardo l’avere una “sgradita stampella” mi suona molto familiare.
Tutti i loro precedenti falliti tentativi sono da imputarsi all’aver usato “i metodi della forza di volontà” – secondo Dwyer – , e la pura determinazione è destinata a fallire perché, se persiste il desiderio di fumare, prima o poi, si finisce con il cedere alla tentazione. Il metodo di Carr è, presumibilmente, diverso perché eliminerà il desiderio di nicotina mutando la percezione positiva che ne abbiamo e “rimuovendo, quindi, la sensazione di sacrificio” che accompagna lo smettere. Vedremo.
Si inizia dal come “ci sia stato lavato il cervello sin dalla nascita” portandoci a pensare che fumare sia piacevole e sofisticato. Io iniziai perché ero, in parte, convinta che avrebbe fatto colpo sui ragazzi. Quando ci vengono mostrate delle attraenti pubblicità della Juul, ricordo come venni inizialmente attirata dallo svapare dopo aver visto il mio influencer preferito su Instagram posare con il dispositivo.
Il seminario procede, intercalato da cinque intervalli per fumare o svapare. Nella zona dove si può fumare i miei compagni di dipendenza confessano che anche loro sono arrivati qui molto scettici ma disperati per il desiderio che funzioni.
Passate tre ore, non posso negare che quel che viene detto sia molto persuasivo. Questo miscuglio di approccio motivazionale, terapia, logica e pura verità sembra realmente cambiare il modo in cui vedo la mia relazione con lo svapare.
Detto questo, non ho ancora superato molte delle mie preoccupazioni: se smetto di svapare mangerò di più nel tentativo di acquetare il desiderio e, quindi, ingrasserò? Dwyer conferma che la ragione per cui non siamo riusciti a smettere è perché “è una trappola fatta di paure”, come quella che ho appena espresso, invece di piaceri.
Per combattere il timore di una vita senza nicotina, Dwyer ci chiede di immaginare questa sostanza come un’amica, che ci segue ovunque ma che ruba i nostri soldi e ci vuole vedere morti. Ci incoraggia a celebrare la morte della nostra nemica che attentava alla nostra vita piuttosto che rattristarci per la perdita di una “amica”. Capisco come stia cercando di cambiare la mia percezione positiva dello svapare ma questo non diminuisce la mia ansietà per il peso.
Dopo cinque ore di ascolto di reiterati mantra come “”Il vostro corpo non vuole la nicotina ma è il vostro cervello che ha subito un’alterazione dei circuiti”, sono pronta per un riposino. Mi sento quindi sollevata quando la terapista dice che è arrivato il momento per la mia ultima e-cig.
Ci ingiunge di non parlare tra di noi, quindi prestare la massima attenzione a quel che si sta facendo, e di promettere a noi stessi che questa sarà la nostra ultima sigaretta, e-cig. Parecchi chiudono gli occhi mentre fanno le loro ultime boccate e poi, rientrando, buttiamo i nostri pacchetti, ritualmente, nei grandi sacchi. Sono sorpresa da quel che provo mentre getto il mio dispositivo: sono eccitata all’idea di come cambierà la mia vita.
Dwyer asserisce che i sintomi di astinenza fisici durano di solito tre giorni, molto meno di quel che pensavo. Meno male! penso: devo solo superare il week-end!
Per finire facciamo 20 minuti di ipnoterapia al buio. L’ultima cosa che ricordo di aver sentito è stata “Potreste sentirvi molto leggeri oppure molto pesanti” e qualcosa riguardante il liberarmi dalla prigione della nicotina. Vengo riportata alla consapevolezza dal sentire qualcuno accanto a me che russa.
Due ore dopo sono seduta nel giardino del mio solito pub con una pinta. In passato, questo momento sarebbe stato senza dubbio accompagnato dal mio svapare e provo una fitta di desiderio.
Dwyer ha detto che in situazioni in cui una volta si sarebbe creduto di non poter stare senza nicotina, ci si sarebbe accorti che non se ne aveva più bisogno: il cosiddetto “momento della rivelazione”. Aveva anche aggiunto che, una volta superato, sarebbe andato tutto a gonfie vele. Rimango ferma e rifiuto un tiro per la prima volta con grande sorpresa e spavento dei miei amici.
La mia altra grande sfida è andare ad uno spettacolo 1975 con la mia coinquilina la domenica sera. Non riesco a pensare ad altro se non allo svapare perché tutti intorno a me lo fanno.
Ci era stato detto di non bandire dalla nostra mente il pensiero del fumo o dello svapare ma semplicemente prenderne atto e realizzare che è causato dalla astinenza da nicotina. Resto ferma nel mio proposito.
Sono passati tre giorni dal mio seminario ed ho sentito il desiderio di svapare 5/10 volte durante la giornata, soprattutto nelle situazioni che facevano generalmente scattare l’automatismo per es. al pub con amici che svapano, quando sono stressata o prima cosa al mattino.
Non so quanto durerà ma, per ora, sono libera dalla e-cig e felice di esserlo.