Esclusivo: spunta fuori una e-mail che attesta quanto l’azienda produttrice delle Marlboro sia critica nei confronti dell’agenda globale “proibizionista”. ( da THE GUARDIAN – 12 Ottobre 2022)
Sarah Marsh – Corrispondente Affari per Consumatori
Philip Morris International (PMI), la multinazionale del tabacco che produce tra l’altro e-cig e le sigarette Marlboro, sta conducendo, come rivela una e-mail trapelata, una grande campagna di lobbying per impedire ai Paesi, tramite un trattato globale, di porre restrizioni a tutti i prodotti relativi allo svapare.
L’azienda, che si sta concentrando sempre più sui prodotti senza combustione, visto l’inasprimento delle norme sulle sigarette effettuato dai Governi, nel 2022 ha realizzato ricavi per 10,19 miliardi di dollari (8,3 miliardi di sterline) ottenuti da prodotti come il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche.
In un messaggio, inviato il mese scorso dal vicepresidente senior di PMI per gli affari esterni e visionato dal Guardian, si diceva al personale di trovare “qualsiasi collegamento, qualsiasi pista, sia politica che tecnica” prima di una riunione di delegati provenienti da 182 Paesi. L’ordine del giorno della riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità veniva descritto come un “attacco proibizionista” ai prodotti senza combustione.
Il controllo dei prodotti per svapare è in aumento e i ministri del Regno Unito hanno fatto il primo passo per vietare, in Inghilterra, le sigarette elettroniche usa e getta colorate, del tutto simili alle caramelle. È stata avviata una consultazione sui programmi per frenare lo svapo tra i giovani e vietare del tutto il fumo, per creare la prima “generazione senza fumo”. Il segretario alla Sanità, Steve Barclay, ha dichiarato questo mese di essere preoccupato per i dati che mostrano come il numero di bambini che svapano sia triplicato negli ultimi tre anni.
Il Convegno della struttura dell’OMS sul controllo del tabacco (FCTC), che si terrà il mese prossimo a Panama, discuterà le possibili regolamentazioni, compresa la tassazione, dei prodotti per lo svapo.
Nell’e-mail menzionata, la PMI ha indicato di aver visto che l’ordine del giorno del Convegno è incentrato sui prodotti senza combustione. Nel 2016, l’azienda in questione ha annunciato la decisione di cambiare la propria attività, allontanandosi dalle sigarette e ponendosi l’obiettivo di sostituirle con prodotti a tabacco riscaldato, prodotti e-vapour e bustine di nicotina.
Secondo i risultati annuali, nel 2022 PMI ha consegnato 621 miliardi di sigarette. Tuttavia, circa un terzo dei sui ricavi è derivato da prodotti senza combustione, mentre il volume dei prodotti tradizionale – con combustione – è diminuito del 27%.
I suoi marchi per lo svapo e per il tabacco riscaldato includono IQOS, Bonds e Veev, e quest’anno ha lanciato nel Regno Unito il suo primo dispositivo usa e getta, il Veeba.
L’e-mail inviata il 22 settembre da Grégoire Verdeaux, vicepresidente senior degli affari esterni della PMI, diceva: “L’agenda e i documenti della riunione sono stati resi, in gran parte, pubblici. Purtroppo hanno riconfermato tutte le nostre preoccupazioni sul fatto che questo Convegno potrebbe risultare la più grande occasione mancata nella storia del controllo sul tabacco… L’agenda dell’OMS non è altro che un attacco sistematico, metodico e proibizionista ai prodotti privi di combustione”.
Senza “risultati ragionevoli e costruttivi”, ha scritto Verdeaux, “l’OMS avrà compromesso in modo irreversibile l’opportunità storica per la salute pubblica rappresentata dal riconoscere che i prodotti senza combustione, opportunamente regolamentati, possono accelerare la diminuzione delle percentuali del fumare più velocemente di quanto non faccia il controllo del tabacco”.
Verdeaux ha dichiarato che negli ultimi 18 mesi la sua azienda ha lavorato per “ottenere il giusto sostegno” al Convegno, ma ha aggiunto: “In questa fase non siamo dove vorremmo essere, in termini di informazioni, posizioni e delegazioni”. Verdeaux ha detto che quando sono stati “veramente determinati” allora sono stati in grado di “spostare l’ago della bilancia” ed ha esortato scrivendo: “C’è ancora tempo”.
L’e-mail continuava: “Quindi questo messaggio per chiederti, in qualità di Responsabile della funzione EA [affari esterni], di fare quello sforzo dell’ultimo minuto. Ogni Paese, indipendentemente dalle sue dimensioni, è importante”. Verdeaux si è detto pronto “a mettere in campo qualsiasi connessione, qualsiasi percorso, sia politico che tecnico, compresi quelli dei nostri partner commerciali locali” che spesso sono “fondamentali nei nostri mercati più piccoli”.
Le aziende produttrici di tabacco non sono invitate al Convegno ma Verdeaux ha detto che, nonostante ciò, sarebbe stato a Panama “per denunciare pubblicamente l’assurdità di esserne esclusi mentre la PMI oggi” è “senza dubbio il partner privato più utile che l’OMS possa avere nella lotta contro il fumo”. Ha, poi, concluso l’e-mail: “Qualunque cosa accada siamo dalla parte giusta della storia. Ma sarà una piccola consolazione se lasceremo che i proibizionisti facciano a modo loro”.
“Il tempo è fondamentale”, ha detto, e le conseguenze per i fumatori adulti e per “la nostra attività sarebbero concrete”.
Interrogato sull’e-mail trapelata, Verdeaux ha dichiarato: “Quello che dico pubblicamente e quello che dico ai nostri dipendenti è esattamente lo stesso: sono orgoglioso di far valere presso i governi e i media il fatto che l’innovazione fa diminuire più velocemente le percentuali del fumare e per questo motivo dovrebbe essere sostenuta e regolamentata”. La conferenza dell’OMS sulla FCTC si svolge a porte chiuse, ma dovrebbe essere un forum aperto in cui vengano ascoltati anche scienziati, consumatori e aziende. Sarò sul posto a Panama e sono lieto di invitare chiunque a discuterne pubblicamente con me”.
La preoccupazione per il crescente numero di giovani che utilizzano le sigarette elettroniche è aumentata. Nel Regno Unito, eminenti medici e Comitati hanno accolto con favore la notizia che i ministri si stiano preparando a vietare le e-cig monouso.
Il Prof. Steve Turner, internista del Royal College of Paediatrics and Child Health, ha affermato che i suoi colleghi britannici sono “molto preoccupati” per il fenomeno dello svapare tra i giovani. Ha aggiunto che le e-cigarettes sono un “ingresso efficace alla dipendenza da nicotina e al fumo”. La situazione è “un disastro per la salute pubblica” e “i bambini non dovrebbero diventare dipendenti da questa sostanza”, ha concluso.
L’Australia ha vietato lo svapo senza prescrizione medica, la Germania ha proibito le sigarette elettroniche aromatizzate e la Nuova Zelanda ha bandito la maggior parte dei dispositivi usa e getta.