Scia di… vapore

L’epidemia dello svapare tra i giovani è frutto di un controllo colpevolmente indulgente.

Chiunque abbia ancora qualche dubbio sui pericoli delle sigarette elettroniche e dello svapare dovrebbe leggere il chiaro annuncio dell’OMS:  “Questi dispositivi elettronici” afferma “contengono variabili quantità di nicotina e pericolose emissioni”. La nicotina, di per sè, “è altamente tossicomanigena e dannosa per la salute” e il suo consumo da parte dei bambini e degli adolescenti “ha un impatto negativo sullo sviluppo del cervello”, fatto che può portare a disturbi dell’apprendimento e stati d’ansia. Inoltre, mentre di questi prodotti non ne conosciamo ancora pienamente gli effetti a lungo termine, sappiamo che generano sostanze tossiche, alcune delle quali carcinogene e altre che aumentano il rischio di malattie cardiache e polmonari.

Sulla base anche solo di questi chiari giudizi, una qualunque società sana di mente adotterebbe stringenti misure non solo per scoraggiare i giovani dallo svapare ma anche per impedire loro di acquistare sigarette elettroniche in primo luogo. In teoria, è già illegale vendere questi dispositivi a chi abbia meno di 18 anni, eppure, grazie a regole colpevolmente indulgenti, misure di controllo risibili e confusi messaggi al pubblico riguardo la salute, in Gran Bretagna si è raggiunta una situazione che sfida qualunque tipo di buon senso.

Questa abitudine è ormai così radicata tra gli scolari che causa grandi preoccupazioni tra gli insegnanti. Una supervisione condotto da The Times in 110 scuole superiori in Inghilterra e nel Galles, ha scoperto che per lo meno metà degli studenti svapano quotidianamente e che le sigarette elettroniche vengono nascoste nella biancheria intima oppure i ragazzi comprano dispositivi che assomigliano ad evidenziatori per evitare di venir scoperti. Le autorità scolastiche, nel frattempo, ricorrono a maniere sempre più disperate per farli smettere.  Fattore deprimente è il fatto che alcuni genitori sembrano  non essere consapevoli dei pericoli – o riluttanti ad esercità la loro autorità –  ed arrivano, secondo quanto riferito, ad essere loro stessi a comperare questi prodotti per i loro figli oppure a restituire loro quelli confiscati. Molti altri genitori, al corrente dei rischi respiratori e comportamentali che i figli corrono, sono spaventati dalla loro dipendenza ma faticano ad eliminarla. La sfida più grande che incontrano è l’ubiquità di questi prodotti, venduti con colori brillanti e sapori di caramelle per attrarre i minori,  a cui si aggiounge la disponibilità dei dispositivi illegali che hanno livelli di nicotina non controllati, metalli pesanti e sostanze vietate.

La legge sullo svapo e sul tabacco, che dovrebbe passare la prossima settimana, darebbe al  Governo nuovi poteri per regolare come questi dispositivi vengano venduti e confezionati. C’è, però,  una strada ovvia da seguire per eliminare le vendite ai minori: emulare la decisione australiana di trattare le sigarette elettroniche esclusivamente come un prodotto per ridurre il fumare, disponibile solo in farmacia e per gli adulti. Gli operatori delle industrie produttrici di questi dispositivi,  che spesso asseriscono che svapare abbia un valore sociale poichè meno dannoso delle sigarette tradizionali, non dovrebbero avere nulla a che dire su una simile decisione.

Ma il profitto ha la sua logica e la ricca industria delle sigarette elettroniche da molto tempo fa operazioni di lobby sui Parlamentari e sponsorizza gruppi che esercitano pressioni contro le regolamentazioni. Inoltre, anche gli errori, le sviste hanno giocato un ruolo importante nel creare la presente situazione. E’ difficile controbattere il Dr.  Mike McKean, che cura bambini con problemi polmonari, quando dice come fossero “molto imprudenti” i reiterati messaggi –  del  2015 –  della Sanità Pubblica Inglese con i quali si affermava che “la sigaretta elettronica è per il 95% meno dannosa del tabacco”. Non solo non enfatizzavano che le ricerche iniziali mancavano di informazioni sufficienti per prevedere i danni futuri, ma inducevano, inngannevolmente, i giovani a pensare che questi dispositivi siano privi di rischi. Oltre un milione di individui in Inghilterra svapa senza che siano mai stati, in precedenza, fumatori, con percentuali più alte tra i 16 e i 24 anni. Questo impressionante fallimento d’imaginazione che ha portato la Gran Bretagna a sperimentare su vasta scala ed in modo spericolato con la salute dei bambini non può essere una scusa per  non agire adeguatamente in futuro.

 

THE TIMES – 14 Ottobre 2024