La cultura aziendale è tale, a volte, da ignorare l’argomento dipendenze sul luogo di lavoro, dove, pur circolando numerosissime storie del tipo “lo sapevano ma bastava che facessi il mio lavoro”, problemi come il gioco, l’uso di sostanze illecite, l’abuso di alcol e i debiti vengono raramente riconosciuti sino a quando la situazione raggiunge uno stadio acuto. A quel punto, il benessere del dipendente è definitivamente danneggiato.
Il problema è andato crescendo per lungo tempo prima che le conseguenze si manifestassero in azienda. Il vostro collega potrebbe aver combattuto per anni la dipendenza o comportamenti dannosi per la salute, cercando, in aggiunta, di nasconderlo al capo reparto, ai colleghi e alla famiglia…
Allora, a che punto si interviene? Quando ci si confronta con avvisaglie come un aumento dell’assenteismo, ritardi, inferiore qualità di lavoro, strani incidenti o infortuni in reparto o in ufficio, mormorii tra i colleghi; allora ci si potrebbe accorgere dell’esistenza di un problema, ma, come datori di lavoro, sarà improbabile che se ne conosca la vera causa sino a quando non accadrà un serio incidente. Ed anche allora sarà difficile perché qualunque sia il comportamento negativo o la dipendenza che affligge la persona, questa tenderà a nascondere la sua condizione.
Detto questo, è facile cadere nell’errore di sottostimare il suo desiderio di liberarsi. Spesso, infatti, l’individuo in questione si cimenta, da solo, in vari, ripetuti tentativi, di nascosto, senza alcun aiuto o supporto sino a quando cade così in basso da arrivare a comportamenti che influiscono negativamente sulla qualità del lavoro e sulle relazioni con i colleghi.
Quel che ostacola la loro ricerca di aiuto è lo stigma, la vergogna, l’imbarazzo, la paura di danneggiare la propria carriera, la mancanza di accesso ad un efficace e conveniente sostegno, limitazioni di tempo e impegno e paura di fallire.
Da Corporate Culture – Autore James Delargy
