LA NICOTINA E’ UNA SOSTANZA CHE GENERA DIPENDENZA?

cosa è la nicotina

Con il termine droga si definisce sia una sostanza che serve a dar sapore a cibi e bevande sia una sostanza che ha effetti psicologici una volta ingerita o comunque assunta a livello fisico.

Quanto tossicomanigene sono le sigarette?

La nicotina è una sostanza altamente tossicomanigena ed è possibile soffrire di dipendenza da sigarette (dipendenza da fumo) oppure dallo svapare. Ovviamente, qualunque prodotto che contenga nicotina genera una dipendenza, compresi i cerotti e le gomme alla nicotina, inalatori, spray nasali oppure orali, tabacco da masticare oppure lo snus (tabacco da succhiare)

Dipendenza è il termine generalmente usato per comportamenti disadattati a causa dell’ uso di droga, spesso assunta anche se si conoscono le conseguenze negative per la salute. L’OMS stabilisce che la nicotina corrisponde ai criteri stabiliti per identificare una sostanza che provoca dipendenza, nello specifico: dipendenza e astinenza.

La dipendenza da nicotina è una anomalia. Anche se la definizione è spesso usata da medici e accademici, è un dato di fatto che nessuno dipende dalla nicotina ovvero nessuno necessita di nicotina per poter funzionare normalmente: la verità è che la nicotina FA SI’ che chi la usa se ne senta dipendente, condizione ben diversa dall’ESSERE dipendenti da essa.

Perchè la nicotina e le sigarette provocano dipendenza?

Come abbiamo già spiegato, la nicotina muta il modo in cui funziona il cervello. Sia che si abbia una dipendenza dal fumare – dipendenza da sigarette tradizionali – oppure si svapi, si mastichi, o si faccia uso di snuss, una assunzione regolare di nicotina cambia il numero di recettori colinergici  e questo porta a tollerare la nicotina.

Infatti, l’assuefazione alla nicotina, spesso descritta come dipendenza da nicotina, è, secondo l’ US Surgeon General, per lo meno altrettanto tossicomanigena dell’eroina e della cocaina.

L’astinenza da nicotina è il risultato della prima sigaretta che il tabagista abbia mai fumato e viene “momentaneamente” alleviata da quella successiva. Il cervello ne desume, inconsciamente, “la prossima volta che senti i sintomi, rifallo!”. In altre parole, il comportamento di accendersi una sigaretta in risposta al provare i sintomi d’astinenza viene rafforzato ogniqualvolta il tabagista si accende una sigaretta, ignorando il fatto che anche questa genererà gli stessi sintomi.

Sia che un fumatore si trovi in una situazione piacevole oppure triste, di rilassamento o di stress oppure noiosa, o che si stia concentrando o si trovi in una condizione di solitudine, allo stesso tempo prova i sintomi d’astinenza da nicotina e reagisce accendendosi una sigaretta, sentendosi immediatamente meglio del momento prima ma ignorando il fatto che quella sigaretta perpetuerà, una volta fumata, gli stessi sintomi d’astinenza.

Non c’è quindi da stupirsi se chi fuma pensa che il farlo lo aiuti ad essere felice o a concentrarsi, ad affrontare lo stress o la tristezza, a rilassarsi, a sopportare la noia o la solitudine! Tutto questo non ha niente a che fare con un genuino piacere o il miglioramento dell’umore e, ogni volta che si accendono una sigaretta in una di queste situazioni, il cervello ne deduce inconsciamente “La prossima volta che ricapita – fallo di nuovo!”

I non fumatori non devono affrontare i disagi mentali e fisici derivanti dall’essere dipendenti dalla nicotina. Non soffrono d’avvelenamento da nicotina né dei relativi sintomi d’astinenza e neppure dell’innaturale e aberrante impatto che essa ha sulla dopamina e il suo funzionamento.

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