Il libro che ha mandato in fumo la mia dipendenza dallo svapare

Il libro che ha mandato in fumo la mia dipendenza dallo svapare

Elle Hunt

 

Per 40 anni, Allen Carr’s Easyway to stop smoking ( Il metodo facile per smettere di fumare di Allen Carr) ha aiutato migliaia di persone a liberarsi dal fumo ma, come ha scoperto Elle Hunt, il suo “metodo” può rendere “facile” anche il vostro respirare.

Quando  approdai al metodo Easyway di Allen Carr, ero ormai sia disperata all’idea di smettere di svapare sia  convinta di non ci sarei mai riuscita. Avevo iniziato a farlo due anni prima, pur non avendo in precedenza mai fumato.  Nella mia qualità di millennial attenta alla salute, avrei preferito comprare una pistola piuttosto che un pacchetto di sigarette, ma il provare gli sbuffi color pastello e le penne eleganti per svapare dei miei amici della generazione Z mi sembrava più un modo per tenermi al passo con la cultura del momento  che un giocare con la dipendenza.

Alla fine del 2023, compravo le mie sigarette elettroniche usa e getta e le svapavo a casa tutto il giorno. Sembrava il piccolo piacere perfetto: una dolce spinta a zero calorie, che costava come un caffè da asporto, ma durava più a lungo. Sapevo che svapare probabilmente non era innocuo, ma, in assenza di prove certe, c’era una gioia infantile nel comportarsi in modo un po’ trasgressivo, facendo qualcosa di “cattivo”.

Con il tempo, tuttavia, il piacere illecito è andato scemando. Non mi divertiva sentirmi distratta quando ero fuori con gli amici e/o in preda al panico quando la mia svapata non era a portata di mano. La contraddizione tra il mio andare in palestra e lo svapare in continuazione sembrava molto meno un segno di eccentricità bensì, più semplicemente, una idiozia. Anche il costo risultava osceno nel contesto del mio, altrimenti, attento bilancio. Ero riuscita a smettere più volte, anche per un mese, ma ricadevo sempre, magari  dopo qualche drink o una giornata stressante oppure per la falsa convinzione di poterne avere “solo una”.

Lo scorso ottobre, stavo ancora mentendo ai miei amici sul mio svapare, convinta che sarei rimasta una tossicodipendente per sempre. Poi, un giorno, un tassista mi parlò di Allen Carr. Avevo commentato la  bella mattinata che vedevamo dai finestrini definendola una tregua dal recente tempo “orribile”.

“Ha piovuto”, mi corresse lui  con fermezza. “Se cambi il tuo pensare, puoi cambiare la tua esperienza”. L’aveva imparato dal libro di Carr, mi disse, libro che gli aveva fatto capire che, in realtà, non voleva o non aveva bisogno di una sigaretta, ma che era semplicemente stato vittima di un’illusione. Una volta compreso l’inesistenza di quest’ultima il suo desiderio era svanito. Stringendo con la mano il dispositivo che avevo in tasca chiesi se poteva funzionare anche per lo svapo. “Non vedo perché no”, disse, aggiungendo gnomicamente mentre scendevo dal taxi: “Lei può sempre fare quello che vuole”.

Presi in prestito il libro dalla biblioteca, svapando mentre leggevo, come da istruzioni. Carr, un ex contabile del sud-ovest di Londra, lo scrisse all’inizio degli anni ’80, dopo essersi inaspettatamente curato dalla sua ultra trentennale abitudine di fumare sino a 100 sigarette al giorno  e aver avuto lo stesso  successo con clienti privati. Ne seguì il fenomeno globale Allen Carr’s Easyway, con Centri,  seminari di gruppo e decine di altri libri, nei quali il suo metodo viene praticamente applicato ad ogni vizio e dipendenza.

Sebbene i seminari dal vivo siano il fiore all’occhiello dell’azienda, il libro Easy Way to Stop Smoking ha venduto più di 15 milioni di copie e ha ottenuto un punteggio di 4,27 stelle sul sito web Goodreads. (A titolo di confronto, “Anna Karenina” ha 4,10).

Non è per la prosa raffinata, anzi, all’inizio, trovai il libro datato e irritante, con la sua spavalderia anni ’80, ma Carr non era interessato alla scienza, amava esaltare certi punti con le maiuscole,  con i punti esclamativi e le metafore visive.

Imparai, comunque,  che la nicotina era un “piccolo mostro” dentro di me, che chiedeva di essere nutrito. Fumare era come indossare scarpe strette tutto il giorno solo per il sollievo di toglierle, oppure applicare un costoso unguento su un’eruzione cutanea  anche dopo aver scoperto che l’unguento la fa peggiorare.

Leggevo a letto, sgranando gli occhi. Dopo qualche notte, però, mi accorsi che al risveglio non mi accanivo più sulla mia svapata. La quarta notte finii il libro e, a mio avviso, la mia ultima Lost Mary. Questa volta smettere mi era sembrato diverso, più deciso, come se l’argomento non fosse più in discussione. Quel giorno, in città, passando davanti ai numerosi negozi di Vape, la vista delle scatole mi fece venire la nausea. Arrivai a sognare di comprare una Vape e di buttarla via ancor prima di aprirla, svegliandomi, poi, con una sensazione di euforia e  di libertà unite ad un po’ di turbamento.

Anche una sola settimana prima, smettere di fumare mi era sembrato un compito impossibile, il mio fallimento fondamentale, il mio destino; la lettura di un libro breve e semplice lo aveva reso più o meno facile e mi fece mettere in discussione le mie ipotesi su ciò che fosse possibile compiere con la sola parola scritta.

Qualche giorno dopo, mia sorella minore e un amico ascoltarono l’audiolibro di Carr. Sono ora passati quattro mesi e siamo ancora tutti e tre liberi dallo svapo. Che cos’è questo “metodo” apparentemente magico? Chi era questo ex contabile? E c’erano forse altre difficoltà, apparentemente insormontabili,  nella mia vita che avrei potuto risolvere con  Easyway?

Carr ideò il suo metodo nel 1983, dopo molti angoscianti tentativi di smettere con le “maniere forti”. Un appuntamento con un ipnoterapeuta non riuscì a guarirlo dal desiderio di fumare, ma, utilmente, definì quest’ultimo come “solo una dipendenza da nicotina”. Quando, in seguito, suo figlio John gli diede un testo di medicina che spiegava come l’astinenza creasse  una “sensazione di vuoto e insicurezza”, l’idea scattò. Carr paragonò il suo metodo a un’immagine da “occhio magico”, che, messa a fuoco, rivela “la situazione dei fumatori per quel che è….. Eravamo tutti vittime di un ingegnoso inganno, perpetrato su scala gigantesca”.

Carr si considerò  da subito libero, guarito. Sua moglie Joyce, che non ha mai fumato ed è oggi 96enne, era invece molto  scettica. “Il fatto è che Allen ci aveva provato così tante volte!”, mi dice al telefono dalla  Costa del Sol spagnola, dove ha da tempo la sua casa.

Cinque mesi dopo aver smesso,  Carr iniziò a tenere delle sedute private nella sua casa di Raynes Park, a sud-ovest di Londra, pubblicizzandole sul giornale locale. Joyce aveva dei dubbi sull’offrire una Garanzia di Rimborso, ma Carr le disse che i fumatori sarebbero stati così grati di essere guariti che sarebbero stati disposti a pagare ben oltre le 30 sterline richieste. “E aveva ragione”, dice Joyce ricordando le chiamate notturne da tutta la Gran Bretagna e i clienti che arrivavano dall’Italia, dagli Stati Uniti e dal Sudafrica. “Fu davvero un lavoro che prese il sopravvento sulle nostre vite”.

Carr pubblicò, poi,  a proprie spese il suo libro nel 1983, per raggiungere un numero di fumatori superiore a quello che poteva trattare di persona. Madeleine, la figlia di Joyce, battè a macchina la bozza scritta a mano. Sull’ultima pagina c’era scritto: “Evviva! Sono un non fumatore!”. I lettori erano invitati a strappare il foglio e spedirlo a Carr. “Ne abbiamo ricevute moltissimi, migliaia”, ricorda Madeleine, oggi 73enne e direttrice della società Easyway. “A quel punto pensammo: ci deve essere qualcosa di serio, di valido in tutto questo”.

La Casa Editrice Penguin pubblicò il libro nel 1985, dopo che il presentatore Derek Jameson aveva dichiarato, su BBC Radio 2, che il libro lo aveva “costretto” a smettere di fumare. Seguirono altre testimonianze di celebrità, tra cui Richard Branson, Ruby Wax, Anthony Hopkins, Anjelica Huston, Ellen DeGeneres, Nikki Glaser e Victoria Coren Mitchell.

Nel podcast di Joe Rogan, a gennaio, Mel Gibson ha attribuito allo “sciocco” libro di Carr il merito di aver posto fine alla sua abitudine al fumo durata 45 anni: “Online, molti lo paragonano alla magia o a un miracolo; i razionalisti dicono che si tratta di ipnosi. In realtà, si tratta più di una terapia cognitivo-comportamentale (la società Easyway preferisce la definizione “ristrutturazione cognitiva”)”.

Carr è morto nel novembre 2006 per un cancro ai polmoni, all’età di 72 anni. La vedova ne vede la causa anche in  anni di sedute in stanze piene di fumo. “Diffondere il metodo divenne una specie di religione per Allen”, dice Joyce “lui asseriva che avrebbe curato il mondo”. Anche adesso” aggiunge “conoscendo Allen come lo conoscevo io… penserebbe che il fenomeno potrebbe espandersi ancora di più”.

Nonostante sia presente in oltre 45 Paesi, Easyway ha ancora la sua Sede centrale a Raynes Park, a un miglio dalla vecchia casa dei Carr. L’edificio a tre piani è una clinica attiva, che tiene seminari di gruppo, ed è un santuario della visione di Carr. Varcato l’ingresso,  il suo ritratto incorniciato è appeso dietro alla prima scrivania  di fronte alla quale si trova uno scaffale di libri che portano il suo nome (la maggior parte pubblicati postumi) e che promettono la liberazione non solo dalla nicotina, ma anche da alcol, zucchero, cannabis, cocaina, insonnia, gioco d’azzardo e persino debiti.

L’ultimo titolo è The Easy Way to Enjoy Exercise, co-scritto da Robin Hayley, amico ed ex protetto di Carr, ora presidente globale dell’azienda. Hayley chiese a  Carr di poter lavorare con lui dopo aver smesso di fumare con successo a uno dei suoi seminari nel 1989. “Uscito da quella stanza, non avevo più voglia di fumare: è stato straordinario”, racconta Hayley, ancora un po’ stupito. “Pensai: che questo tizio sia una specie di mago?”.

Carr, colpito dalla sua insistenza, lo assunse  per aiutarlo ad aprire il secondo Centro  Easyway a Birmingham, ed Haley venne addestrato per condurre seminari. Ancora oggi, tutti i terapisti Easyway devono aver smesso con successo usando il metodo.

“All’epoca pensai: Tutti devono sapere di questa cosa“, dice Emma, che conduce il seminario sulla disassuefazione dal fumo a cui partecipo via Zoom; lei che, con il metodo di Carr, ha abbandonato non solo la nicotina, ma anche l’alcol e lo zucchero e aggiunge: “È bello poterlo condividere”.

Hayley fu motivato a unirsi a Easyway sia dal suo potenziale commerciale che dal desiderio di diffonderlo. Avendo già sconfitto la dipendenza da eroina – senza utilizzare Easyway – ebbe un ruolo importante nel convincere Carr che il suo metodo poteva essere applicato su più fronti. “La chiave” dice, tornando all’argomento principale  “ è rimuovere il conflitto di volontà e, di conseguenza, la necessità di far ricorso alla determinazione. Eliminando il condizionamento sociale, ci si rende conto che la droga, qualunque essa sia, non fa assolutamente nulla per noi… quindi, quando si smette, non si sente alcun senso di privazione”. Per esempio, il nuovo libro a cui ha lavorato Hayley contrasta il “lavaggio del cervello” secondo cui l’esercizio fisico deve necessariamente essere impegnativo, sgradevole, una punizione o un lavoro di routine “In realtà, è molto divertente” asserisce.

Dal primo “derivato” del 1997, ”The easyweigh to lose weight” (E’ facile controllare il peso se sai come farlo”) la bibliografia di Easyway è cresciuta fino ad assomigliare ad una lista della spesa dei moderni mali: svapare, dipendenza dai social media e dalla tecnologia,  mangiare emotivo,  bere emotivo, zuccheri “buoni” e “cattivi”, persino la paura di volare.

Il prossimo libro in lavorazione  per fine anno, si occuperà di ansia, mentre per il 2027 è previsto un uovo libro sul gioco d’azzardo che contempli le tentazioni odierne e le nuove modalità. I futuri argomenti presi in considerazione (ma non confermati) riguardano i cibi ultraprocessati e il porno.

“Cerchiamo di guardare dove pensiamo ci sia maggior bisogno”, dice Paul Baker, amministratore delegato globale di Easyway. L’azienda riceve spesso suggerimenti o richieste: “Molte persone ci scrivono a proposito della dipendenza dal sesso, sia maschile che femminile”.  Baker spiega, però,  anche la necessità che l’azienda ha di bilanciare la necessità di rimanere al passo con i tempi con la fedeltà al metodo originale di Carr, che enfatizza l’abbandono della nicotina immediato. I titoli successivi riguardanti le diverse dipendenze “hanno, ovviamente,  delle salvaguardie rispetto a quest’ultimo punto”,  per riflettere i rischi, come nel caso dell’alcol, di smettere bruscamente. Ma alcune sostanze, tra cui gli oppioidi, sono state considerate troppo complesse  da affrontare. “Ci sono alcune sostanze per le quali è necessaria una riduzione graduale… Il che significherebbe  cambiare la base del metodo, e non vogliamo che le persone  rimangano confuse”.

”Appena uscito da quella stanza non ho più avuto alcun desiderio di fumare: è stato straordinario”.

Hayley è meno cauto di Baker.  “Ora più che mai” dice ”credo che il metodo di Carr possa essere applicato a qualsiasi problema essenzialmente psicologico”, con un’eccezione “È un metodo molto razionale… quindi non credo si possa applicare alla follia”.

La salute mentale non è un problema che mi riguardi, ma la procrastinazione sì; come lo è smettere di mangiare dopo uno o due biscotti. Dopo il mio successo senza sforzo con “E’ facile smettere di fumare se sai come farlo”, volevo credere che tutti i miei problemi potessero essere risolti allo stesso modo, ma sono  un po’ scettica sul fatto che il metodo di Carr per la nicotina possa essere applicato a così tante problematiche, almeno non con gli stessi risultati. Non è possibile isolare e bandire facilmente il cibo o la tecnologia dalla propria vita come si può fare con la nicotina, la marijuana o l’alcol. E anche se, per quel che riguarda il dimagrire, l’affidarsi alla sola forza di volontà è insostenibile e generalmente controproducente, lo è altrettanto il demonizzare certi gruppi di alimenti.

Easyway sostiene che le sue percentuali di successo sono uniformemente elevate, ma solo il seminario per smettere di fumare è stato oggetto di un esame scientifico. La ricerca più solida è stata finanziata dall’azienda – ma condotta in modo indipendente – con l’obiettivo di consolidare la sua credibilità.

Nel 2020, uno studio controllato randomizzato  condotto dai ricercatori della London South Bank University ha concluso che il seminario Easyway è altrettanto efficace del servizio standard per smettere di fumare offerto dal Servizio Sanitario Nazionale britannico, che uniusce un supporto comportamentale  ad uno  farmacologico, come cerotti e gomme alla nicotina.

Nel 2022, il seminario Easyway è stato raccomandato dall’Istituto Nazionale per l’Eccellenza Sanitaria (NICE) perchè venga usato in ambito Servizio Sanitario Nazionale britannico (NHS) come opzione economicamente vantaggiosa e priva di farmaci per i fumatori che vogliono smettere. I consigli comunali inglesi possono, ora, a proprio carico, scegliere di offrire ai residenti posti per partecipare ai seminari per smettere di fumare, il cui costo è  379 sterline. Per Hayley si tratta di un traguardo conquistato con fatica. “Se si pensa che nessuno di noi ha avuto una formazione medica o scientifica, è davvero straordinario”, dice. “Ora siamo più o meno accettati, ma ci è voluto molto tempo”. Per ora, tuttavia, l’effetto è limitato. Su un totale di 317 autorità locali in Inghilterra, finora solo 28 hanno aderito, anche se l’azienda è in trattative per assicurarsene altre. I seminari per smettere di svapare sono esclusi dall’ambito dei  finanziamenti, riservati al solo fumare.

Ciò evidenzia una crescente dicotomia tra Easyway e i tempi in cui viviamo. La pietra miliare  e la cratteristica principale del metodo di Carr è l’eliminazione totale di nicotina: qualsiasi tentativo di “smettere” con gomme, cerotti o dispositivi di qualsivoglia genere fa crescere il piccolo mostro e prolunga la dipendenza. I servizi sanitari, tuttavia, continuano a promuovere lo svapare come alternativa più salutare al fumo, anche se quelli, come me,  che non hanno mai fumato, stanno aumentando le fila degli svapatori.

Per Hayley è palesemente assurdo: come i cerotti e le gomme da masticare alla nicotina, è un tentativo errato di “limitare i danni” e una prova della grande capacità di adattamento delle aziende sia  farmaceutiche e sia del tabacco. “Non è una questione di sostituzione della nicotina, ma di continuare ad assumerla”, afferma. Anche se svapare è meglio del fumare, aggiunge Hayley, “vogliamo davvero rimanere dipendenti per il resto della  vita?”.

Easyway sta attualmente esercitando pressioni sul Governo Britannico affinché modifichi il disegno di legge sul tabacco e i dispositivi del 2024 in modo che rifletta la raccomandazione di NICE e richieda che tutti i servizi per smettere di fumare finanziati con fondi pubblici offrano seminari Easyway come opzione che non fa uso di alcuna sostanza. Ma alcuni esperti e attivisti si sentono a disagio con la ferrea obiezione di Easyway alle terapie sostitutive alla nicotina, in particolare ora che il Seminario viene offerto, accato a queste ultime,  nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.

Hazel Cheeseman, direttrice generale di “Action on Smoking and Health”, ha dichiarato di volere un’ulteriore valutazione dei seminari Easyway, in particolare sulla base di criteri di equità. “Funzionano per tutti i gruppi di fumatori, compresi quelli più svantaggiati? Impediscono alle persone che non riescono a smettere di fumare con Easyway di usare la nicotina come aiuto per smettere in futuro?”.

Ne consegue che, se non si riesce a smettere con “Easy way” (il modo facile)”, si può essere meno inclini a provare nuovamente a farlo con “il modo difficile”. Durante la stesura di questo articolo, ho letto e ascoltato decine e decine di testimonianze a favore del metodo di Carr. Per ogni cambiamento improvviso come quello accaduto a me, ce n’erano altri che dicevano che ci voleva almeno un tentativo perchè il messaggio arrivasse, oppure che non arrivava mai. Un’amica si è ricordata cordialmente le metafore di Carr, ma ha ammesso che stava ancora assecondando il “piccolo mostro della nicotina”. Gibson ha detto che il libro ha trascorso molti anni languendo su un ripiano della sua libreria prima di arrivare a  cambiare la sua vita. Anche l’ex amministratore delegato di Easyway, John Dicey, ha ammesso di essere riuscito ad assimilare il metodo solo dopo aver partecipato a un seminario di gruppo dal vivo, attribuendo la colpa alla sua dislessia: “Avrei potuto leggere il libro mille volte senza ottenere il minimo  successo”, dice.

Ma sono rimasta profondamente colpita dal prevalente tono  di gratitudine, anche da parte di persone disposte a dare credito al metodo di Carr pur se con loro non aveva funzionato come previsto. Ho capito: era una persona che voleva aiutare. Smettere di fumare viene ritenuto una cosa difficile da fare. Cambiare se stessi in meglio può significare rinunciare a qualcosa che si ama ed è un sollievo sentirsi dire che non deve essere per forza difficile, ma, anzi, che potrebbe persino esserci un “easyway”, un modo semplice.

THE OBSERVER

Libri

Venerdì 30 maggio 2025