Disassuefazione dal fumo in azienda all’epoca del Covid-19

Smettere di fumare in azienda si può

Pensare alla soluzione di tutti i problemi legati alla salute e al benessere aziendale è pressoché impossibile. Le scelte da effettuarsi, infatti, subiscono l’influenza di nuove tendenze, devono tener conto di predisposizioni differenti o affrontare argomenti urgenti. Tutto questo comporta, di sovente, l’accantonamento di tematiche rilevanti che continuano da tempo a minare la salute ed il benessere dell’individuo e quindi dell’azienda stessa. Una di queste è certamente la disassuefazione dal fumo.

I costi del fumo per azienda
Si calcola che un dipendente-fumatore costi all’azienda, in media, 4.600 euro l’anno tra pause-sigaretta, malattia, scarsa concentrazione, etc..
Ma questa cifra si moltiplica se si considera la sua rilevanza del tabagismo a livello sociale che la trasforma in un ammontare davvero importante quando si valutano i costi della Sanità per cure/ ospedalizzazioni per patologie fumo correlate. Sono circa 100 mila all’anno i morti in Italia a causa del fumo.

Un gigantesco aspetto troppo spesso ignorato : i danni legati all’ecologia
Quelli appena menzionati sono danni individuali, aziendali e per la comunità ma non va dimenticato l’impatto del fumo, nelle sue varie sfaccettature, sull’ambiente. Le micropolveri emesse da una sigaretta superano quelle di un motore diesel; i mozziconi non sono biodegradabili e contengono molte sostanze velenose, sono, inoltre, uno degli elementi più inquinanti nel mare, entrando nella catena alimentare con le conseguenze che si possono immaginare. A livello di deforestazione – e sappiamo quanto bisogno di alberi abbiamo oggi – 2,500.000 ettari di terreno vengono annualmente disboscati per piantare tabacco.

Ma il danno non viene solo dalle sigarette tradizionali. Le multinazionali del tabacco si sono ultimamente travestite da paladini della “lotta contro il fumo”- non c’è un vago sapore di Teatro dell’assurdo? – questo perché vogliono adesso proporci i loro nuovi dispositivi che, a detta loro, “limitano i danni”. Il risultato sarà che ora non solo continueremo ad avere mozziconi ma anche tonnellate di plastica e di circuiti stampati, a cui vanno aggiunti ingenti consumi di elettricità per le ricariche ed uno spreco immane di materiale con il più che probabile risultato che si useranno questi dispositivi e… ci si premierà con le sigarette tradizionali!!!! What a great business… for them!!!

Cosa può fare il management
Un datore di lavoro che promuova la salute e il benessere all’interno dell’azienda non può quindi ignorare questi costi e queste conseguenze, nella consapevolezza che aiutare i dipendenti ad uscire dalla trappola del fumo si rivela essere la giusta scelta non solo per preservare la loro salute e quindi quella dell’azienda stessa ma anche per aver cura della società e dell’ambiente. Un dipendente libero dal fumo inoltre, sarà eternamente grato al datore di lavoro che lo ha aiutato e questo sarà fonte di rinnovata produttività e pro attività.

Smettere di fumare aiuta i polmoni a rigenerarsi offrendo un terreno più impervio anche ai virus
Liberarsi dal fumo nelle sue varie declinazioni -dalla sigaretta tradizionale, alle e- cigarettes, compresi i dispositivi elettronici più recenti che ci vengono proposti come un ”fumare meno pericoloso”-, significa tornare a fronteggiare al meglio anche una banale influenza o addirittura diminuire drasticamente l’insorgere di patologie polmonari che, soprattutto in questo particolare e difficile periodo, è certamente un fattore di rischio da mettere sul piatto della responsabilità sociale.

L’OMS ha comunicato, infatti,  che il fumatore risulta essere più vulnerabile del non fumatore al Covid19 e che un’azione importante da intraprendere per meglio fronteggiare l’emergenza che stiamo vivendo è: SMETTERE DI FUMARE!